Basta! Un appello a favore del personale federale e del servizio pubblico

Sono a rischio la qualità delle prestazioni dell’Amministrazione federale e l’attrattività della Confederazione quale datore di lavoro. Il personale ne ha abbastanza dei continui e perfidi attacchi alle condizioni di lavoro e, indirettamente, al suo operato e al servizio pubblico. Non serve a nulla lodare il buon lavoro del personale e la qualità del servizio pubblico nei discorsi della domenica e sferrare nuovi attacchi il lunedì.

Il sistema salariale è stato «ottimizzato» a porte chiuse: è stata abolita la verifica degli obiettivi, indebolito il diritto di ricorso del personale (appianamento delle divergenze) e limitate significativamente le prospettive di sviluppo el’andamento salariale. Queste scelte colpiscono duramente soprattutto il personale più giovane e quello di età media. Come misura di compensazione è stato promesso un aumento dei salari iniziali, ma non è stata concretizzata. Infatti, i salari medio-bassi ne hanno beneficiato ben poco o per nulla. Quindi: il sistema salariale non viene migliorato ma se ne introduce uno nuovo che comporta una ridistribuzione dal basso verso l’alto, riduce i salari per la maggior parte del personale, compromette la trasparenza, rallenta la carriera e applica un massimo più basso per classe. Attualmente, i sindacati  non conoscono ancora tutti i dettagli del nuovo sistema salariale.

A ciò si aggiungono i tagli alle condizioni di lavoro previste dal pacchetto di risparmio 27, che senza l’intervento della comunità di interessi Personale federale (APC, transfair, Garanto e vpod) sarebbero stati ancora più drastici (vedi. L’APC a empêché une réduction des rentes du personnel fédéral).

Anche il personale dei PF è interessato dalla questione. I tagli previsti dal pacchetto di risparmio 27 – nel bel mezzo del progetto Fit for the Future – destano preoccupazione per quanto riguarda le condizioni di lavoro e di pensionamento del personale.

Durante la sessione autunnale, il consigliere nazionale PLR Hans-Peter Portmann ha depositato con il sostegno di 64 firmatari di UDC, PLR, Centro e dei Verdi liberali una mozione dal titolo apparentemente innocuo «Finanziamento della difesa nazionale». In particolare, chiede al Consiglio federale di ridurre nel preventivo 2027 le uscite cumulate per il personale del 3 per cento rispetto al preventivo 2026 e, per quanto riguarda la pianificazione finanziaria 2028–2030, di diminuire nuovamente le uscite cumulate per il personale del 3 per cento all’anno adducendo: «Nel contesto di uno sviluppo incontrollato dei costi del personale federale, passati da circa 4,5 miliardi di franchi a 6,6 miliardi di franchi negli ultimi dieci anni, il potenziale risparmio sul personale, che si attesta a pochi punti percentuali, risulta giustificato. Ciò non implica necessariamente una riduzione dei posti di lavoro. I potenziali risparmi dovrebbero riguardare soprattutto le condizioni d’impiego, per esempio una struttura retributiva decrescente rispetto all’età nonché riduzioni delle indennità e del diritto alle vacanze. Vanno considerate come riferimento le condizioni d’impiego solitamente applicate nell’economia privata».

Noi diciamo basta! Il personale federale e il servizio pubblico sono persone che hanno una famiglia e delle responsabilità proprio come tutti i dipendenti e le dipendenti in Svizzera.

Insieme alle altre associazioni della Comunità d’interessi del personale federale lanciamo un appello al Consiglio federale.

 

 

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